DSA e Sindrome da Deficit Propriocettivo

Il disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) può essere definito come alterazione dell’equilibrio tonico muscolare, conseguenza di un problema nel sistema di ricezione ed elaborazione delle informazioni.

Perché una schiena è diritta ed un’altra scoliotica? Perché un bambino legge bene e sta dritto ed un altro, invece, ha difficoltà di lettura e assume una postura errata?

I DSA, di cui la dislessia è il problema più noto, si manifesta nei bambini in età scolare, con disattenzione, difficoltà di concentrazione, iperattività e, talvolta, si accompagna a ticirrequietezza (il bambino non sta mai nella stessa posizione), dolori al ventre ed alle grandi articolazioni spesso definiti, erroneamente, come dolori della crescita, vertigini, capogiri, stanchezza cronica, fotofobia e mal d’auto.

 Le vere cause della dislessia e dello squilibrio posturale

Esempio uso prismi propriocettivi

Per una corretta diagnosi sono utili i pareri di diversi specialisti compresa una valutazione “percettiva”nella quale vengono rilevati gli aspetti di mancata “integrazione funzionale” degli stimoli che arrivano al paziente. Questi possono contribuire a dare disturbi sia di tipo posturale che cognitivo. Il nostro obiettivo non è curare il sintomo ma agire sulla causa prima.

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Alla base c’è un problema di dispercezione . Ovvero il cervello riceve informazioni  in modo incoerente e quindi fornisce comandi “sbilanciati” al corpo. I principali “informatori” del cervello sono: occhi, lingua, piedi, pelle. Ve ne sono anche molti altri, ma meno coinvolti nei disturbi della percezione e della postura.

 Terapie per ripristinare la corretta percezione

Il nostro intervento riguarda la “visione“, che viene riprogrammata principalmente attraverso l’uso di  prismi percettivi attivi. Questi prismi applicati da soli o con altre correzioni visive permettono al paziente di avere una migliore visione laterale ed una informazione visiva coordinata fra i 2 occhi.

 

 

Bisogna ricordare che lingua ed occhi lavorano sempre in modo coordinato. Un’alterazione del loro allineamento viene percepita dal cervello come un orizzonte storto e quindi il paziente “riaggiusta” testa, collo e schiena per far apparire l’orizzonte parallelo alla terra.

Portato nel campo cognitivo questo si manifesta come se la visione fosse sdoppiata, da qui la difficoltà ad interpretare alcune lettere. È come vedere un film in 3D senza gli appositi occhiali.

Quando deglutiamo attiviamo simultaneamente 50 muscoli sviluppando come minimo una forza di oltre 10 tonnellate al giorno. Sino a che siamo in vita queste 10 tonnellate ci sono, ed è preferibile averle a nostro favore che contro, per cui una rieducazione neuromuscolare partecipe del paziente è indispensabile.

Noi usiamo la  rieducazione miofunzionale cognitiva tramite biofeedback per riprogrammare i movimenti della lingua che sono fondamentali per una corretta “visione”, anche in un paziente con vista perfetta.

 

Dott. Carlo Perissotto
Medico Chirurgo Specialista in Odontoiatria ed Ortodonzia

Articolo Pubblicato su Medicina Moderna | Settembre 2011

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