Come risolvere i problemi di scoliosi idiopatica nei bambini
I dismorfismi della colonna vertebrale costituiscono oggetto di preoccupazione soprattutto in età pediatrica a causa delle possibili conseguenze sul corretto sviluppo dello scheletro.
Dal greco skolios – che significa storto- la scoliosi è una condizione patologica conosciuta fin dai tempi antichi che, nel 70-80% dei casi, ha un’origine sconosciuta.
La scoliosi è una complessa deformità strutturale della spina dorsale che si torce sui tre piani dello spazio; sul piano frontale si manifesta con un movimento di flessione laterale, sul piano sagittale con un’alterazione delle curve, il più spesso provocandone un’inversione (modifica della cifosi o della lordosi), sul piano assiale con un movimento di rotazione.
L’incidenza complessiva della scoliosi riportata in letteratura è variabile dallo 0,93% al 12% e sembra variabile a seconda della latitudine. Circa il 10% di questi casi riportati richiede un trattamento conservativo, mentre circa lo 0,1-0,3% una correzione chirurgica.
Nel 70-80% dei casi si parla di scoliosi idiopatica, ovvero con causa sconosciuta: essa compare principalmente a seguito di squilibri muscolo-scheletrici durante lo sviluppo o a seguito di posture viziate e protratte nel tempo.
Nel nostro studio, il Dott. Perissinotto ha avuto modo di trattare quotidianamente pazienti con diagnosi di “scoliosi idiopatica”, spesso accompagnata da altri sintomi: mal di testa, difficoltà di concentrazione, imprecisione nei movimenti fini, dolori cervicali e lombari, difficoltà di lettura e scrittura difficilmente leggibile, nausea, emicrania, capogiri, vertigini, stanchezza cronica.
Il ruolo della visione nello sviluppo della scoliosi
Alla luce di questa lunga esperienza è emersa chiara ed evidente una forte correlazione tra problemi di tipo posturale, come la scoliosi appunto, e squilibri della visione.
Attenzione! Qui non parliamo di vista (i famosi 10/10), la cui diagnosi e correzione è di pertinenza dei Medici Oculisti, ma di visione. La visione, infatti, è un concetto più ampio, che riguarda principalmente la perfetta e simultanea coordinazione dei nostri movimenti oculari. Se i nostri occhi non vedono la stessa cosa nello stesso momento, mandano al cervello ed al cervelletto informazioni discordanti che generano inevitabilmente i sintomi sopradescritti e, a lungo andare, portare a alterazioni posturali tra cui anche la scoliosi.
Utilizzando una metafora, immaginiamo il nostro sistema visivo come una delle più grandi ”centrali informative “ del nostro corpo. Se questa riceve informazioni errate (dagli occhi) le elabora (senza sapere che sono incoerenti) e manda output errati a tutti i sottosistemi che governa (vedi i sintomi sopradescritti).
Quando parliamo di scoliosi idiopatica, dunque, non si può fare a meno di introdurre il concetto di “sindrome da deficit propriocettivo”.
Questa sindrome è stata definita nel 1979 dal prof Martin Da Cunha come “un’attitudine corporea stereotipata, scoliotica, con presenza di ipertono asimmetrico dei muscoli para-vertebrali e toracici, appoggio plantare anch’esso asimmetrico”, mentre la terapia è stata individuata dal Prof Orlando Alves Da Silva nel 1980.
Scoliosi: la nostra proposta terapeutica
In molto casi, quindi, l’unica soluzione possibile è ristabilire un corretto coordinamento degli occhi attraverso l’utilizzo di Prismi Percettivi Attivi.
Si tratta di lenti (detti anche prismi posturali) che si possono usare da sole o insieme ad altre correzioni per la vista. Gli occhiali con prismi, infatti, non si distinguono dai normali occhiali, vanno portate tutto il giorno e sono disponibili anche con montature per gli sport da contatto (calcio, rugby, pallacanestro, ecc.).
Modificando l’informazione in entrata, questi prismi “riallineano“ gli occhi e fanno arrivare a cervello e cervelletto informazioni GIUSTE. La terapia è non invasiva e reversibile, ad oggi non si sono riscontrate controindicazioni se la diagnosi è corretta.
Come è possibile vedere nella galleria fotografica qui sotto i risultati sono evidenti e duraturi
Tutto parte da una visita nel corso della quale vengono fatte anche delle prove predittive. Ovvero si possono vedere, sia oggettivamente che soggettivamente, i possibili miglioramenti che il Paziente potrà avere.